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ARGOMENTO: Calendario dell'Avvento 2012

Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14060

Le tradizioni musicali connesse alla celebrazione del Natale si sono mantenute in Sicilia particolarmente vitali. Con canti, musiche strumentali e azioni drammatiche si torna ogni anno a celebrare la Natività. Il periodo preparatorio è la Novena di Natale, che in Sicilia viene allietata dai ciaramiddari (suonatori di cennamella, una specie di oboe, anticamente usato dai pastori). Durante il periodo natalizio in Piazza del Popolo viene allestito sulla scenografica facciata barocca della Basilica di S. Sebastiano l’Albero di Natale più alto di Sicilia, e i presepi artistici degli "Iblei". Nel centro storico si sussegue un circuito di presepi, ed il Presepe Vivente.
La stagione natalizia può esser intesa non solamente nel senso strettamente religioso legato alla nascita di Gesù, o in quello puramente folcloristico, legato ai festeggiamenti effettuati nelle varie città come i Presepi Viventi, ma anche dal punto di vista culinario legato alle tipiche ricette isolane.
Sulle tavole sicule a Natale non possono mancare:
Brodo di gallina;
Sformato di anellini al forno con ricotta;
Pasta con le sarde;
Sarde a beccafico (ripiene di mollica, pinoli, bucce di arance, foglie di alloro e uva passa);
Insalata di aringhe e arance;
Carne con pancetta coppata con contorno di sparaceddi e caponata;
Per dolce: i mustazzoli (a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano), dolci di carne (vitello tritato finemente, mandorle abbrustolite, cioccolato fondente, cannella e chiare d'uovo) e cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi) gustati con vini siciliani come Zibibbo, Passito di Pantelleria e Malvasia delle Lipari.



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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14061

Nell’entroterra di una Sardegna nota ai più per le sue incantevoli destinazioni balneari, si tramandano tradizioni natalizie dense di antiche atmosfere e sapori genuini. Gergei e Desulo ne sono un esempio, con gli appuntamenti e gli eventi dedicati al Natale. Vicoli, stradine in pietra, archi, cantine, granai e stalle del centro storico si animano per ospitare l’evento e fanno da sfondo alla Palestina di duemila anni fa, qui rappresentata dai personaggi in costume d’epoca, dalla ricostruzione delle ambientazioni e dai magici giochi di luce delle torce e delle fiaccole. Ad accrescere la sacra suggestione, anche il profumo degli incensi e il diffondersi degli odori caratteristici del Natale: caldarroste, mandarini e piatti caldi tipici serviti ai viandanti. I visitatori assistono così alla preparazione della pasta e alla cottura del pane, alla battitura del ferro e alla lavorazione del legno o ai giochi dei bambini che scorazzano per strada.
Infine, tutta la comunità si riunisce intorno ad un grande falò per scambiarsi gli auguri e consumare bevande calde e pietanze tipiche del Natale.
Sulle tavole sarde a Natale non possono mancare:
Salumi, salsicce e olive con finocchio selvatico;
Culigones de casu (ravioli ripieni di pecorino fresco, bietola, noce moscata e zafferano) conditi con sugo di pomodoro e pecorino grattugiato;
Gnocchetti al ragù d’agnello;
Agnello o capretto arrosto con verdure;
Gueffus (panini lievitati con noci, pinoli e cannella assieme a mosto zuccherino) con patate;
Come dolce le pabassinas (noci e mandorle tritate, uvetta, buccia d'arancia, semi di anice e sapa, mosto cotto).



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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14062

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Tradizioni di Natale in Italia



Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423


Il periodo natalizio è un insieme di festività che inizia alla fine di novembre e termina il 6 gennaio con l’Epifania.


Il periodo natalizio comprende:

Avvento, ovvero il periodo che nella liturgia cristiana precede il Natale e segna l’inizio di un nuovo anno liturgico dell’anno ecclesiastico occidentale. Significa “venuta” ed è preparatorio al Natale, ma per convenzione, indica l’”attesa” del Natale stesso.
Vigilia di Natale, il giorno che precede quella che è considerata una delle principali festività del cristianesimo. Cade il 24 dicembre. Si celebra, nella notte, la nascita di Gesù Cristo, avvenuta in una grotta di Betlemme, nella Giudea, regione della Palestina.
Natale, festività cristiana che celebra la nascita di Gesù, figlio di Dio e della Vergine Maria. Cade il 25 dicembre.
Giorno di Santo Stefano, festività celebrata il 26 dicembre dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Protestante. In questo giorno si ricorda S. Stefano, primo martire cristiano.
Capodanno, primo giorno dell’anno. Nel mondo moderno cade il 1º gennaio del calendario gregoriano in uso ai fini civili in tutto il mondo, e nella larghissima maggioranza degli Stati è un giorno di festa.
Epifania, sta ad indicare l’Epifania del Signore, ovvero la prima manifestazione della divinità di Gesù all’intera umanità, con la visita solenne, l’offerta di doni altamente significativi e l’adorazione dei magi. La festa cristiana cade il 6 gennaio, cioè dodici giorni dopo il Natale.
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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14066

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Natale nella tradizione



Giotto, Il Presepe di Greccio, Assisi

Oltre ad essere la tradizione più importante e rappresentativa del Natale, quella del presepe è anche la più antica: il primo presepe fu realizzato da San Francesco e dai suoi frati nella notte fra il 24 e il 25 dicembre 1223 tra le montagne di Greccio, presso Rieti. Il primo presepe è in realà una messa celebrata eccezionalmente in una grotta anzichè in una chiesa. Essendo infatti vietati i drami sacri in Chiesa, quando giunse la notte santa, all’interno della grotta fu posta una greppia riempita di paglia e accanto vennero messi un asino e un bue. Accorsero dai dintorni contadini di Greccio e alcuni Frati che illuminarono la notte con le fiaccole. Francesco, che non era sacerdote, predicò per il popolo riunito. La scena fu in seguito rappresentata da Giotto: si tratta della tredicesima delle ventotto scene del ciclo degli affreschi delle Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi fra il 1290 e il 1295.



Arnolfo di Cambio, Presepe, 1283

Gli elementi della Natività sono presenti nei Vangeli di Luca e Matteo. Luca (Ev. 2, 7) narra infatti della umile nascita di Gesù “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo”; dell’annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da Oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già Re. Il bue e l’asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l’umanità; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l’umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell’infante. Il primo presepe con personaggi a tutto tondo risalirebbe al 1283, e fu opera di Arnolfo di Cambio che scolpì otto statuette in legno rappresentanti i personaggi della Natività ed i Magi. Tale presepe si trova ancora nella Basilica romana di S. Maria Maggiore.

Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all’interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel ’600 e ’700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un’impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l’impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell’epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l’uso della cera a Palermo e Siracusa. Sempre nel ’700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel ’800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali – statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro – forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l’arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l’uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa.





La tradizione dell’albero di Natale è molto recente rispetto a quella del Presepe La tradizione di piantare ed ornare un albero nel periodo di Natale risale ai popoli germanici. Infatti verso il secolo XI, nell’Europa dei Nord, sì diffuse l’uso di allestire rappresentazioni (sacre rappresentazioni o misteri) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia. Una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l’albero della conoscenza del bene e del male del giardino dell’Eden si ricorreva, data la regione e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti. Da quell’antica tradizione si giunse via via all’albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia. L’abete di Natale assunse gradatamente anche un significato nuovo: venne a simboleggiare la figura di Gesù, il Salvatore che ha sconfitto le tenebre dei peccato: per questo motivo si è cominciato ad adornarlo di luci.
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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14067

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Natale nel folkore

Babbo Natale, la Befana, lo scambio dei doni, gli auguri reciproci, i baci sotto il vischio, l’uso di decorazioni, il gioco della tombola sono alcune delle tradizioni del Natale. Ma il Natale è principalmente il momento in cui le famiglie, gli amici si riuniscono, in particolare a tavola. Ogni regione ha le proprie caratteristiche culinarie, ma l’unica caratteristica comune a tutte le ricette regionali è la presenza del pesce: la sera della vigilia il capitone è presente su molte tavole italiane, in particolare in Abruzzo, Lazio, Marche e Campania.

In Calabria la cena si apre con la frittura di carciofi e le “zeppole”, poi cena a base di stoccafisso. Il pranzo di Natale invece deve essere composto da tredici portate secondo la tradizione.

Anche in Basilicata la cena è composta da tredici portate, a base di pesce. Come primo, sulle tavole pugliesi troviamo i tradizionali raschiatelli, una pasta particolare di grano duro.

In Campania tutto è a base di pesce, dagli spaghetti alle vongole al tradizionale capitone. E poi il dolce tradizionale, gli “struffoli”.

In Emilia Romagna mangerete tortellini a cena, senza carne seguiti da un secondo di pesce e a pranzo rigorosamente in brodo, seguiti da cotechino e salsicce.

Nelle Marche il piatto forte è il tacchino arrosto a pranzo, mentre la cena è abbondante: maccheroni allo stoccafisso e il classico capitone.

In Puglia troverete spaghettini fatti in casa secondo la tradizione, conditi con il sugo al pesce, seguiti dal capitone. Anche qui la cena deve essere composta da tredici portate.

In Trentino Alto Adige sulle tavole troverete i piatti regionali tipici, minestre e formaggio la sera e polenta, arrosti, salsicce e crauti a pranzo.

Nel Lazio, come in altre regioni, il piatto forte sarà il capitone, mentre a pranzo si servirà il cappone o la gallina.

I Siciliani generalmente prediligono la pasta a base di pesce, generalmente con le acciughe, ma sono i dolci il vero piatto forte: cannoli, pignolata e torrone.

In Veneto invece la tradizione vuole che la cena si concluda con la “sbrisolona”, dolce alle mandorle tipico veneto, e con un bicchiere di grappa.

Naturalmente non si può dimenticare il tipico dolce milanese natalizio, il Panettone e il veneto Pandoro.
Il Panettone è ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova o anche tuorli, al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta.

Nasce a Milano ai tempi di Ludovico il Moro, e ancora oggi è prodotto secondo la ricetta di 500 anni fa.

Il Pandoro è un tipico dolce veronese. Secondo alcuni le origini della ricetta sono da ricercare in Austria, dove si produceva il cosiddetto “Pane di Vienna”, probabilmente derivato, a sua volta, dalla “brioche” francese. Secondo altri, invece, potrebbe derivare dal “pane de oro” che veniva servito sulle tavole dei più ricchi veneziani. La sua nascita risale al 1800, come evoluzione del “Nadalin”, dolce veronese. Il 14 ottobre 1894 Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima industria dolciaria, depositò all’ufficio brevetti un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera dell’artista Angelo Dall’Oca Bianca, pittore impressionista. Fra gli ingredienti si annoverano: farina, zucchero, uova, burro, burro di cacao e lievito.



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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14068

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Mercatini di natale



Mercatino natalizio di Bolzano

La tradizione dei mercati di Natale risale a un tempo in cui gli acquisti all’ingrosso non si facevano nei supermercati, ma bisognava aspettare le fiere organizzate in genere alla scadenza di ricorrenze annuali come ad esempio il periodo dell’Avvento. Le prime tracce di mercati di Natale risalgono al XIV secolo in Germania e Alsazia con il nome di Mercato di San Nicola. Il primo documento che attesta un mercato di Natale è datato 1434 e cita un Striezelmarkt (mercato degli ‘Striezel’, un dolce tedesco) che ha avuto luogo a Dresda, il lunedì precedente il Natale. Più tardi, durante la Riforma protestante, il nome fu ribattezzato in Christkindlmarkt, per opposizione al culto dei santi. Altri antichi mercati sono quello di Strasburgo che risale al 1570, e quello di Norimberga del 1628. Un importante rinnovamento, da considerarsi di matrice commerciale, è avvenuto negli anni novanta: numerose città europee hanno instaurato un proprio mercatino di Natale. In Italia il primo mercatino è sorto a Bolzano, nel 1990, esso ha raggiunto, negli anni, importati affluenze di visitatori.

La tradizione dei Mercatini di Natale interesse moltissime città europee ed italiane, da Londra a Parigi, da Budapest a Berlino, fino ad arrivare a Innsbruck, Monaco, Francoforte, Salisburgo e Vienna, passando poi per l’Italia, con i mercatini di

Arco: dal 20 novembre al 20 dicembre
Bolzano: Piazza Walther, fino al 23 dicembre 2009
Bressanone: Piazza Duomo, fino al 6 gennaio 2010
Brunico: Via Bastioni e Piazza del Municipio, fino al 6 gennaio 2010
Levico: Parco degli Asburgo, fino al 6 gennaio 2010
Merano: Passeggiata Lungo Passirio, fino al 6 gennaio 2010
Napoli: via San Giovanni Armeno a Spaccanapoli, dicembre 2009
Roma: Viale dello Stadio Flaminio 10 – 13 dicembre 2009
Torino: Piazza Borgo Dora, fino al 23 dicembre 2009
Vipiteno: Piazza Città, fino al 6 gennaio 2010
Verona: Cortile Mercato Vecchio, fino al 20 dicembre 2009
San Marino: Via Eugippo e piazzale Lo Stradone, fino al 6 gennaio 2010
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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14069



domanda del 18:

qual è il nome della pianta ornamentale simbolo del Natale?


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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14123










come Concerto di Natale
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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14124

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Calendario dell'Avvento 2012 11 Anni 4 Mesi fa #14125

Mentre preparavo i brani per il concerto di Natale, rimuginavo in quale luogo mi sarebbe piaciuto ambientarlo.

Probabilmente un teatro.

E allora – mi sono detto – pensiamo in grande; ed ho scelto la Scala di Milano.






Anche se non ci sono mai stato, mi sembrava una scelta prestigiosa e ben adatta all’importanza del concerto riservato agli amici di OSW.
Però, a ripensarci bene, noi siamo pochi ed il teatro è parecchio grande: avremmo finito per sentirci a disagio là dentro. Senza aggiungere che un teatro semivuoto dà un senso di tristezza che sarebbe fuori luogo per l’occasione.
Se teatro deve essere – ho pensato – dovrò cercare qualcosa di più intimo e raccolto; uno di quei posti di cui solitamente si dice che sembrano una bomboniera.
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